Un nostro clown ad un corso Vip: VCO – Volontario Clown Oncologico

Passo, passo! Piano… Piano: Nanola racconta

passo_passoIl corso VCO – Volontario Clown Oncologico di Clown Maggiolina è stato un regalo di fine anno. I tre giorni sono stati organizzati da Vip Modena e hanno visto la partecipazione di molti clown locali e di alcuni ospiti di altre Vip: Vip Parma, Vip Torino, Vip San Marino e Vip Padova. E qui la prima magia: sperimentare il senso di essere una Federazione di Associazioni e vedere che a Modena, come a Padova , alcuni valori ci uniscono e ci aiutano a riconoscerci anche se non ci conosciamo.
Nella presentazione la formatrice scrive “ si tratta di un PER_CORSO, (…) simile ad un cammino, un percorso appunto che affronteremo insieme per meglio vivere i nostri servizi clown in ospedale, le emozioni che ci avvolgono ma anche e soprattutto arrivare in servizio con il cuore e la mente pronti ad accogliere, a contenere ciò che i pazienti e I parenti stanno vivendo.” Ecco questa è una delle cose che mi porto dietro da questi giorni: siamo un barattolo che può accogliere quello che dalla stanza arriverà, proteggendoci, ma anche lasciando lo spazio all’altro per depositare le emozioni legate a ciò che sta vivendo: rabbia, dolore, delusione, paura, spaesamento e chissà quante altre ancora. Il nostro dare e donare è ricevere e raccogliere, non necessariamente far sorridere o ridere.
Gli argomenti affrontati nel corso sono
• Comprendere la Morte
• La Morte e il Morire
• Il Diritto all’Accompagnamento
• Introduzione alla Relazione d’Aiuto con la Persona in Fin di Vita
• Spazio di Relazione, Spazio Speculare
• Chi e Perché Accompagnare – comprensione della funzione di accompagnamento
• La Comunicazione

Tanti gli spunti di riflessione e i suggerimenti, tra gli altri Maggiolina ci invitava a conoscere bene le caratteristiche del reparto, il tipo di malattie presenti per poter immaginare il tipo di sofferenza collegato al decorso e alla fase della malattia.
Un’altra chicca regalataci dalla vivace formatrice è il quaderno delle cose belle dell’associazione, un contenitore, da portare agli allenamenti e/o ai servizi, in cui raccogliere pensieri, storie, impressioni . Per fare memoria e raccontarsi.
E ancora la stanza in cui entriamo è la casa della persona, quindi punta di piedi e attenzione, per portarli nel nostro mondo dobbiamo prima entrare con rispetto e con ascolto nel loro mondo.
E infine l’ultimo senso che si affievolisce, dopo il tatto, è l’udito, quindi con le persone che sembrano assenti e stanno andando è importante il contatto e la parola.
Ecco per me sono stati 3 giorni per parlare di accompagnamento alla vita e alla morte. Vi saluto con un altro regalo ricevuto: il ritmo dell’interazione potrebbe essere: osservo e ascolto, propongo qualcosa (passo, passo)e poi osservo, ascolto e assimilo (Piano. Piano)
Ecco vi saluto fratelli. Ricordiamoci che finché non siamo morti, siamo vivi.
Passo, passo.
Piano.
Piano.

Missione India, e la fiaba della fatina Bakuna

Schermata 2013-11-25 alle 18.38.47Quella che vi andiamo a narrare, è una storia vera, qualcosa che porta tutti noi ad interrogarci sul valore di un sorriso, ma ci fermiamo qui, e che il racconto abbia inizio.

Questa storia, vede come protagonisti 7 fantastici clowns, i loro nomi sono Bolleblu, Carissia, Guazza, Smailix, Sbrodego, Scarabokkio, Soledad. Un bel giorno, appena alzatisi per una colazione clown a base di zucchero filato e caramelle gnammose, qualcuno suonò alla loro porta “pling-plong”, vado io, vado iò disse gridò Sbrodego, il più piccolo di loro. Quando apri la porta, trovò posato a terra un aquilone sul quale era appesa una letterina, Sbrodego non stava nella pelle e stava per aprirla subito, fortuna volle, che alle sue spalle ci fosse Carissia la giudiziosa, che subito lo fermò dicendo: “Sbrodego! che fai? Non vorrai mica leggerla tutto da solo, prendi la letterina e portala dentro, la apriremo con i nostri amici clowns”, Sbrodego sbuffò, ma ubbidì.

Sedutisi con gli altri clown, Carissia aprì la letterina, a quel punto accadde qualcosa di magico, iniziarono ad uscire scimmiette, pappagalli, fiori di ogni tipo, insomma, nel giro di poco tempo, il salotto dei nostri clowns si era trasformato in una jungla Indiana. I clown, erano preparati a tutto, ma una cosa così strana, non era mai accaduta loro e prima che riuscissero a a capire che cosa fosse successo, da dietro una foglia di palma, apparve loro la fatina del bosco. I loro occhi e la loro bocca, rimasero spalancati finché lei disse loro: “Cari amici, ho compiuto un grande viaggio per giungere sin qui da voi, mi chiamo Bakula (significa fiore che giunge da molto lontano), ed oggi sono giunta a voi, perché una grande missione vi aspetta nel luogo in cui io vivo”. Guazza già non stava nella pelle, Sbrodego invece era già corso nella sua cameretta a fare la valigia clauns, fortuna che il saggio Scara si fece coraggio e chiese: “Cara fatina Bakula, grazie per essere giunta sin qui da noi, ti chiedo solo una cosa, perché dobbiamo andare in questa jungla?”. Bakula sorrise e rispose: “In questa jungla, c’è una casetta abitata da 100 bambini, ma non sono semplici bambini, a loro ho donato molti anni or sono, una cosa molto preziosa che si chiama sorriso. Ma da qualche tempo, un folletto dispettoso, ha fatto un sortilegio, ed invocando un forte vento abbattutosi nella loro casetta, ha portato via con se i loro sorrisi.

Io da sola non posso aiutarli, ed allora mi rivolgo a voi claun, in quanto custodi del sorriso di tutti i bambini, per chiedere il vostro aiuto, dovrete andare nella jungla, ed aiutare questi bimbi a ritrovare i loro sorrisi”. Quando Bakuna ebbe finito di parlare, come per magia, tutto ciò che era uscito dalla busta vi ritornò al suo interno, la porta si spalancò e l’aquilone che era rimasto nell’uscio, riprese a volare portando via con se anche quella letterina.

Nella cucina claun, i nostri simpatici amici rimasero increduli di quanto era appena accaduto, ma ci pensò Sbrodego arrivando tutto di corsa dalla sua cameretta con la valigia sotto braccio, a risvegliare i suoi amici. Presto presto, disse loro, partiamo, andiamo, torniamo, prendiamo il mono pattino per andare nella jungla, si si risposero Guazza e Bolleblu, e senza farselo ripetere due volte, i nostri amici claun prepararono la loro valigia simpaticosa. Scarabokkio sapeva che il viaggio era troppo lungo per usare i loro monopattini, ed allora preparò la sua ricetta segreta per fare le bolle giganti volanti, Smailix invece pensò a preparare le caramelle gommose per il lungo viaggio che li attendeva. Quando tutti furono pronti, Scarabokkio gonfiò le sue bolle magiche, uno ad uno, i nostri amici claun entrarono in ognuna di esse, ed eccoli sollevarsi nel cielo blu, “bimbi stiamo arrivando esclamò Carissia” ed il viaggio ebbe inizio.

I nostri amici clauns, svolazzarono per giorni fra le nuvole, finché un bel mattino di sole, arrivarono finalmente nella lontana India, il paesaggio attorno a loro, era proprio come quello uscito dalla letterina della fatina Bakuna, si guardarono attorno, finché una scimmietta non scese dall’albero per posarsi proprio sulla testa di Smailix, allora Carissia le si avvicinò e disse: “Ciao scimmietta, ci sapresti dire dove possiamo trovare il folletto dispettoso?”, al solo pronunciare quel nome, la scimmietta si infilò dentro alla giacca di Smailix che inizio a ridere a crepa pelle dal solletico, allora la scimmietta uscì e disse: “Ma tu stai ridendo, come hai fatto?”, noi siamo clown le disse Guazza, ovunque andiamo, portiamo il sorriso. Ma allora Bakuna aveva ragione, i clown che portano il sorriso esistono per davvero, certo aggiunse Soledad, è stata proprio Bakuna a chiamarci. Certo, certo disse la scimmietta, ora capisco, presto presto, dobbiamo fare in fretta, seguitemi, vi porterò io nella casa del folletto dispettoso, ma fate attenzione, è un tipetto furbo quello lì.

I nostri amici clown camminarono tutto il giorno nella jungla, incontrarono strani fiori giganti, ruscelli e uccellini di tutti i colori, finché arrivarono davanti ad un grande albero, era davvero grande, più grande di Sbrodego, e alla base c’era una porta con scritto: “Vietato sorridere!”. Accipicchia disse Soledad, mi sa proprio che questa è la casa del folletto dispettoso. I claun allora aprirono le loro valige valigiose, Sbrodego estrasse una strana cinepresa, Smailix indossò i suoi occhiali lancia sorrisi, Soledad e Bolleblu, prepararono le loro bolle di sapone, Scarabokkio e Guazza invece erano pronti con le loro magie, bene esclamò Carissia impugnando il suo scopettino, andiamo ad incontrare questo folletto dispettoso. I sette entrarono all’interno dell’albero, tutto l’arredamento era di tante tonalità di grigio, nemmeno un colore. Avanzarono lentamente fino a quando non arrivarono ad una stanza in cui c’era un grande sacco con seduto sopra un bimbo tutto imbronciato.

Buongiorno esclamo Carissia, ma lui ricambiò il saluto con una linguaccia, credo proprio che il folletto sia questo qui, disse Sbrodego ed avvicinandosi a lui, chiese gentilmente se poteva fare qualche ripresa con la sua cinepresa clown, il folletto non voleva prestare loro attenzione, ma piano piano, dalle loro valige iniziarono ad uscire tanti oggetti dai mille colori, nel frattempo Bolleblu e Soledad iniziarono a fare un sacco di bolle colorate, Scarabokkio e Guazza invece, con le loro magie fecero apparire fiorellini colorati, palloncini e caramelle gnammose, finché il nostro amico folletto alzò il suo sguardo ed incrociati gli occhiali lancia sorrisi di Smailix, non poté resistere e nel suo volto comparve come un raggio di sole un bellissimo sorriso. Carissia allora gli si avvicinò con discrezione e chiese lui: “Ma che bel sorriso, adesso mi devi spiegare perché te ne stai qui tutto solo ed in più hai portato via anche i sorrisi ai 100 bimbi della jungla”, il bimbo allora rispose: “Quei bimbi non mi vogliono, non giocano mai con me, e allora un giorno mentre dormivano, ho chiesto al mio amico vento di portare via loro tutti i sorrisi, poi li omessi su questo sacco grosso grosso e mi sono nascosto nel grande albero”. I nostri amici claun allora capirono subito cosa ci voleva, si avvicinarono al bimbo folletto, e senza proferire parola, gli donarono tutti insieme un grande abbraccio. La stanza si illuminò e prese tutti i colori dell’arcobaleno ed il bimbo capì che ora aveva degli amici, e che se lui avesse donato questo abbraccio ad altri, anche i 100 bimbi sarebbero diventati suoi amici.

Usciti dall’albero con il grosso sacco, guidati dalla scimmietta in testa alla sua nuova amica Smailix, Bolleblu,, Guazza, Carissia, Sbrodego, Scarabokkio, Soledad ed il bimbo folletto, si misero in cammino per andare alla casa dei 100 bimbi. Una volta arrivati da loro, i 100 bimbi si avvicinarono incuriositi alla vista di questi clown, il bimbo folletto allora aprì il grosso sacco e tutti i sorrisi uscirono uno alla volta, a quel punto, come per magia, nel volto di tutti i bimbi ritornò il sorriso, ed anche il bimbo folletto sorrise e corse subito verso di loro per abbracciarli tutti uno ad uno.

Anche questa volta, la magia dei nostri clown aveva funzionato riportando il sorriso nella casa dei 100 bimbi, che ora si chiama la casa del sorriso, e tutti i bimbi che vi abitano, non fanno che sorridere sempre. Come ringraziamento, per aver restituito loro il sorriso, i bimbi costruirono tanti aquiloni grazie ai quali i nostri amici claun poterono svolazzare nel cielo per tornare nella loro casetta e raccontare a tutti noi questa bellissima storia.

Ricordate bimbi, quando pensate di aver perso il sorriso, non dovrete fare altro che attendere l’arrivo dei vostri amici clown, tutto diventerà di mille colori e con le loro valige valigiose, regaleranno anche a voi un nuovo sorriso.

Questa è una storia vera, non ci credete, beh, guardate le nostre fotografie….

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